I parassiti esterni dei gatti

Le pulci. Sono piccole bestiole marroni, appiattite in senso laterale che corrono e saltellano veloci in mezzo al manto dell’animale. Non sono per nulla specie specifiche: saltano, ad esempio, da cane a gatto a uomo e viceversa. Sono ematofaghe (si nutrono di sangue) e pungendo il malcapitato ospite, possono tramettere la tenia intestinale o l’emobartonellosi, una malattia portata da un batterio che dà anemia e febbre. Si può ipotizzare la presenza di pulci quando il gatto si gratta molto e si notano, osservando la cute tra il pelo, dei piccoli puntini neri sulla pelle (sono le feci delle pulci) oppure dei “semini” giallastri intorno all’ano (sono le proglottidi, cioè i segmenti del verme che contengono le uova della tenia).

Le zecche. Sono anch’esse marroni ma molto più grandi delle pulci; non saltano, ma restano ancorate alla pelle dove succhiano il sangue rigonfiandosi come dei palloncini: le zone “predilette” sono quelle molto irrorate di sangue, tipo dietro le orecchie oppure sul muso, vicino al naso o agli occhi. Dopo una bella passeggiata nell’erba o nei boschi anche noi umani dobbiamo prestare attenzione: le zecche possono infestare pure noi e possiamo trasportarle a casa dove infesteranno i nostri animali domestici! Oltre a nutrirsi di sangue, se le zecche sono infette, possono trasmettere pericolose patologie! A differenza dei cani che sono molto suscettibili, i gatti in salute difficilmente prendono le zecche grazie alla loro abitudine di lavarsi molto spesso: in questo modo se le staccano da soli prima ancora che esse abbiano magari avuto il tempo di effettuare il cosiddetto “pasto di sangue”; tuttavia i mici malati, quindi più deboli dal punto di vista immunitario, potrebbero infestarsi. Se notiamo una zecca, NON spruzziamo nulla su di essa (alcool, sapone, olio…) perché ne indurremmo il rigurgito e quindi l’inoculazione potenziale del parassita che le infetta! Semplicemente muniamoci di una pinzetta e con essa, attuando una leggera torsione, “svitiamo” il rostro (la testa) della zecca dalla cute dell’ospite in modo da sfilarla. Solo dopo averla staccata, buttiamola in un recipiente contenente alcool per ucciderla.

Nota importante:  in caso di infestazione da pulci e zecche, è necessario pulire e disinfettare anche  le zone di casa in cui il micio riposa abitualmente perché potrebbero essere presenti uova o larve!

Le zanzare e i pappataci. Questi insetti rendono la vita molto difficile a noi e ai nostri animali, soprattutto se vivono all’esterno in zone caldo-umide, non solo per le fastidiose punture ma perché vettori di malattie molto gravi. Le zanzare sono portatrici ad esempio della Filariosi cardiopolmonare (le filarie sono vermi che vanno a parassitare il cuore), mentre i pappataci (o flebotomi) sono vettori della Leishmaniosi, ormai endemica pressoché in tutta Italia. Questi insetti sono ovunque e la loro presenza è sempre più protratta a causa dell’innalzamento delle temperature cui si sta assistendo negli ultimi anni. In particolare i pappataci si differenziano dalle zanzare comuni per essere molto piccoli, per il fatto che risultano attivi dal crepuscolo all’alba e che non si rinvengono oltre certe altitudini (600-700 mt.). Il trattamento preventivo è analogo nelle zanzare e nei flebotomi e può essere solo di tipo repellente, volto quindi all’impiego di sostanze che ne allontanino la presenza nelle vicinanze dell’animale. Questi parassiti hanno grande capacità di adattamento ai cambiamenti climatici e riescono a sopravvivere molto bene in ambienti umidi, anche con temperature abbastanza rigide. Nei luoghi chiusi e nelle crepe dei muri, quindi, riescono a sopravvivere anche in inverno. Ne consegue la necessità di dover ormai proteggere gli animali tutto l’anno. Ormai solo i pets che vivono in città in appartamento e che escono poco possono essere trattati unicamente dalla primavera all’autunno inoltrato.

Quali tipologie di antiparassitari si possono utilizzare per fare prevenzione?

Prima di tutto devono essere prodotti specifici registrati per l’uso nei gatti! Infatti NON si può

utilizzare lo stesso farmaco per il cane e in minor quantità per il gatto, perché alcuni principi attivi in uso per i cani sono altamente tossici sui gatti come, per citarne uno, la Permetrina, che è mortale!

Antiparassitari spot on:

Sono delle gocce specie specifiche che devono essere applicate sulla cute del gatto.

  • Vantaggi: ampio spettro di azione (repellente e preventiva), alcuni sono efficaci anche verso i vermi intestinali
  • Svantaggi: possibili irritazioni cutanee nel punto in cui si depone il farmaco. Il lavaggio dell’animale rende inefficace il prodotto
  • Avvertenze particolari: le gocce vanno deposte sulla pelle e non sul pelo (quasi la metà dei casi di inefficacia degli spot on è dovuta proprio ad erronea applicazione!), in un punto dove l’animale non arrivi a leccarsi, ad esempio fra le scapole: la tecnica migliore è quella di aprire il pelo in modo da spremere la pipetta direttamente sulla pelle.

Alcuni esempi di prodotti in commercio sono: Bravecto, Broadline, Stronghold, Advocate, Advantage, Effipro.

Collari antiparassitari

  • Vantaggi: facilità di utilizzo, buona efficacia contro zanzare, pappataci, pulci e zecche, sia come repellente che come insetticida.
  • Svantaggi: nessuna prevenzione contro gli elminti (vermi intestinali). Possibili reazioni cutanee avverse.

Il Seresto per gatti ha un dispositivo di sicurezza che ne consente l’apertura in caso di impigliamento accidentale, evitando il rischio di soffocamento.

Antiparassitari per bocca.

A seconda del prodotto, sono efficaci principalmente verso i vermi intestinali e la filariosi-cardiopolmonare. Contro le pulci è registrato il Comfortis.

  • Svantaggi: non hanno efficacia repellente. Più difficile la somministrazione nei gatti, se si tratta di compresse

Esistono delle alternative naturali agli antiparassitari classici citati sopra?

In linea di massima sì, tenendo conto che i parassiti stanno purtroppo diventando via via più resistenti, per cui occorre sempre chiedere la consulenza del Veterinario di fiducia che saprà indicare se e quale prodotto utilizzare in relazione al livello di rischio infestazione del nostro animale. Inoltre non bisogna dimenticare anche che “naturale” non vuol dire “innocuo”: molte sostanze naturali sono tossiche! Premesso ciò, una sostanza di indubbia azione antiparassitaria è l’olio di Neem, un estratto oleoso di una pianta asiatica ad azione antibatterica, antivirale e repellente nei confronti dei parassiti “pungitori”. Un’accortezza fondamentale da attuare utilizzando questa tipologia di antiparassitari, è quella di ripetere le applicazioni molto spesso (di solito ogni 10-15 giorni), a differenza di quelli di sintesi il cui effetto in genere persiste per circa 4 settimane, a parte il Seresto che perdura per diversi mesi.

 

Un cenno a parte sugli acari dell’orecchio (Otodectes cynotis): si tratta di piccolissimi parassiti che possono infestare le orecchie del gatto (e di altri animali, non tanto degli umani che sono più refrattari). Si nutrono di sangue e dei tessuti dell’orecchio, ma possono occasionalmente vivere sul pelo di zampe e base della coda, nonché sopravvivere nelle cucce dove il micio ama riposare, passando così con molta facilità da un gatto all’altro. Provocano infiammazione, forte prurito, produzione di un abbondante cerume nerastro, tendenzialmente secco e maleodorante. Il micio si gratta moltissimo intorno alle orecchie fino a ferirsi e scuote spesso la testa a causa del fastidio. Nei casi più gravi si possono formare degli otoematomi (raccolte di sangue a livello della cartilagine auricolare), avere dei danni a carico dell’orecchio interno e/o infezioni purulente a causa delle ferite indotte dal grattamento. Il ciclo vitale degli acari dura circa 3 settimane. Quando si diagnosticano gli acari occorre quindi intervenire prima possibile sia sul gatto sia nell’ambiente in cui vive e su tutti gli altri animali di casa. Il trattamento prevede un’accurata pulizia delle orecchie ad opera del Veterinario (in primis perché il micio ha molto male e non si dimostra di sicuro collaborativo e poi per non incorrere in manovre errate che possono arrecare ulteriore danno, specie se i timpani dovessero essere lesionati! Inoltre l’utilizzo di prodotti fai-da-te ad uso umano o per cani potrebbe essere molto pericoloso o del tutto inutile!). Successivamente si procede, sempre su prescrizione del Vet, all’applicazione di antiparassitari specifici per gatti come, ad esempio, Otimectin, Advocate, Bravecto, Stronghold. Ricordate di trattare tutti gli animali di casa e bonificare anche l’ambiente dove soggiornano con passate di aspirapolvere, vaporella e lavando con acqua calda addizionata di detergente cucce, cuscini, coperte dove il micio ama riposare altrimenti gli acari ritorneranno!