Sterilizzare…perché?

E’ cosa buona e giusta che i nostri amici gatti vengano sterilizzati, siano essi maschietti o femminucce, e i motivi sono davvero tanti, di ordine pratico, medico e di benessere dei mici stessi!

Vediamoli in dettaglio:

  • un maschio adulto intero, cioè non castrato, manifesta una serie di atteggiamenti come miagolare incessantemente per “chiamare” le femmine, lottare con altri maschi, marcare il territorio spruzzando di urina l’ambiente in cui vive (quindi i vari angoli di casa!) lasciando un odore sgradevole e penetrante. Se non ha la possibilità di accoppiarsi, il micio è costretto a vivere in un permanente stato di frustrazione in quanto è in grado di percepire gli stimoli ormonali prodotti dalle femmine anche a grandissima distanza! La sterilizzazione precoce del maschio, quindi, oltre a prevenire comportamenti per noi molto fastidiosi, garantisce al gatto di casa una vita sicuramente più serena! Se invece può andare in giro, i vantaggi della castrazione sono anche di ordine sanitario, perché i gatti non sterilizzati tendono al vagabondaggio, con tutti i rischi che ne conseguono: essere investiti dalle auto, contrarre infestazioni da parassiti, micosi e provocarsi ferite in seguito ai combattimenti. Le ferite poi comportano infezioni e ascessi per la cui guarigione sono richieste pesanti cure antibiotiche e, inoltre, aumentano il rischio di contrarre gravissime malattie come la leucemia felina FeLV e la FIV, cioè l’immunodeficienza felina.
  • nel caso della gatta, il motivo principale per cui viene eseguita la sterilizzazione è senza dubbio la prevenzione delle gravidanze indesiderate che comportano inevitabilmente la gestione dei gattini. Se si considera che una gatta può avere almeno 2-3 gravidanze all’anno, si tratta di un problema importante: garantire casa e famiglia a 10-15 gattini all’anno è pressoché impossibile! Per quanto riguarda invece la salute della micia, i problemi sanitari sono sovrapponibili a quelli del maschio: le gatte in calore tendono ad allontanarsi da casa con il rischio di incidenti e con l’accoppiamento possono contrarre gravi malattie, infezioni e parassiti. Inoltre, se la gatta viene sterilizzata precocemente, si riduce moltissimo il rischio di sviluppo di tumori mammari (quasi sempre maligni), dell’utero e si scongiura il rischio di piometra (infezione purulenta dell’utero). Quando la micia vive in appartamento, il suo comportamento durante l’estro (o “calore”) non è solo sovrapponibile a quello del maschio, ma è molto peggio! Se non ha possibilità di accoppiarsi, i calori si fanno molto frequenti con conseguenti problemi di convivenza: miagolii insistenti giorno e notte, marcature urinarie…Il guaio è che, se la micia non si accoppia, il calore non termina! Di solito le prime manifestazioni iniziano verso febbraio con insistenti miagolii per 4-5 giorni, seguono interruzioni di qualche giorno e poi ricominciano i miagolii: si va avanti così fino ad autunno inoltrato! Le altre manifestazioni tipiche di una gatta in calore sono: sollevare il posteriore quando viene accarezzata sulla base della coda, accucciarsi a terra nella posizione dell’accoppiamento con la coda di lato, rotolarsi per terra e cercare insistentemente le coccole. Se la gatta vive sempre in casa, è una vera e propria tortura lasciarla in queste condizioni, anche perché tutto questo comporta inevitabilmente maggior nervosismo, aggressività della micia e tentativi di fuga!

 

La sterilizzazione chirurgica

L’unico modo per garantire una vita serena e longeva ai nostri compagni felini è agire in prevenzione con la sterilizzazione chirurgica! Si tratta di una procedura eseguita in anestesia generale che comporta l’asportazione dei testicoli nel maschio, delle ovaie e/o dell’utero nella femmina (rispettivamente chiamati ovariectomia e ovario-isterectomia). La legatura delle tube invece è altamente sconsigliata: non elimina i comportamenti indesiderati legati al calore, non protegge dall’eventuale sviluppo di tumori mammari, espone la gatta al rischio di patologie uterine (in particolare la piometra) e ad infezioni virali conseguenti all’accoppiamento. Nel maschio si asportano i testicoli (orchiectomia), mentre lo scroto (il “sacchetto” che li contiene), può anche essere lasciato al suo posto, così dal punto di vista estetico non cambia nulla. L’impiego di moderne tecniche anestesia e di efficaci analgesici rende la procedura sicura e con il minimo disagio per l’animale. Inoltre, prima dell’intervento, il Veterinario eseguirà una visita accurata e degli esami pre-operatori per verificare che non vi siano controindicazioni.

A che età sterilizzare? Per la femmina, verso i 6 mesi, prima o subito dopo il primo calore (ci sono differenti scuole di pensiero) per ridurre al minimo il rischio di insorgenza di tumori dell’utero e mammari (quasi sempre maligni nelle gatte). In ogni caso, far fare una gravidanza alla gatta prima di sterilizzarla, non è di alcun vantaggio per la sua salute: la espone anzi a possibili rischi! Nel maschio l’intervento si può fare verso i 6-8 mesi di età, prima che inizi a marcare di pipì in giro per casa.

Quanto costa? Il prezzo varia a seconda del tipo di intervento e del tipo di anestesia impiegato (la migliore è quella gassosa anche se più costosa). In genere, nella femmina, i due tipi di intervento sopra citati sono altrettanto efficaci: di solito è preferibile togliere ovaie ed utero nelle gatte più anziane, in quelle in cui sono presenti patologie uterine, che hanno ricevuto trattamenti anticoncezionali oppure che al momento della sterilizzazione risultano già gravide. Questo implica un intervento più lungo, con maggior consumo di anestetici e di materiale chirurgico. Nel caso di gatte giovani e sane normalmente si asportano solo le ovaie: data la giovane età, il piccolo utero si atrofizzerà progressivamente con il tempo; ne consegue che l’intervento sarà più semplice, rapido e con minori complicazioni, oltre che più economico, proprio come nel caso del maschio.

Perché non dare la “pillola” alla gatta? I farmaci che bloccano il calore, a base di ormoni analoghi al progesterone (l’ormone della gravidanza), sia in forma di iniezioni o compresse, danneggiano invariabilmente la salute della micia. Inoltre, vanno somministrati per tutta la vita della gatta, per cui è una spesa che si protrae per anni a differenza dell’intervento che si fa una volta sola ed è definitivo! Per di più provocano solitamente gravi infezioni dell’utero o lo sviluppo di tumori mammari di imponenti dimensioni: quindi il rischio è quello di dover operare comunque la gatta d’urgenza, mettendone a rischio la vita e aumentando i costi dell’intervento!

La sterilizzazione influisce sul carattere? Contrariamente alle dicerie popolari, la sterilizzazione non altera affatto la personalità del micio, maschio o femmina che sia! Inoltre, in genere, i gatti sterilizzati si tengono molto più puliti di quelli interi, cosa che può rendere molto più serena la nostra convivenza con loro! La propensione verso la caccia, invece, non viene per nulla modificata.

 

Il dopo-intervento.

La gestione dopo la sterilizzazione non è complessa. Ecco qualche consiglio: il micio va tenuto in casa i primi giorni. Dopo un intervento, infatti, le difese immunitarie si abbassano, quindi non è il caso di esporlo al rischio di infezioni; inoltre, se sta a casa, sarà più calmo e tranquillo e, se femmina, potrete verificare che non compia balzi e corse improvvise con il rischio di strapparsi i punti sull’addome! Un leggero gonfiore e arrossamento della ferita sono normali: in parte ciò è dovuto alla reazione dei punti sulla parete muscolare, in parte ai movimenti e al leccamento: la lingua dei gatti è ruvida e il passaggio ripetuto sulla ferita (che prude durante la cicatrizzazione) provoca arrossamento e gonfiore. Prestate attenzione affinché non si lecchi troppo insistentemente: con il collare Elisabetta il gatto tende a spaventarsi perché va a sbattere, allora visto che non si possono mettere garze o fasciature perché se le toglierebbe subito, si può provare a fare indossare alla gatta una tutina da neonato, se proprio si lecca tanto al punto da strapparsi i punti. Invece, salvo evenienze particolari, al gatto maschio dopo la sterilizzazione non si mettono punti sullo scroto onde evitare che sviluppi una brutta funicolite dolorosa e pericolosa.

La sera stessa dell’intervento conviene non somministrare cibo e acqua, sennò potrebbe vomitare a causa dell’anestesia da smaltire e, inoltre, il vomito potrebbe andare di traverso, con il rischio di una polmonite ab ingestis; nella femmina, i conati provocherebbero tensione sulla ferita. All’arrivo a casa, meglio lasciare il micio nel suo trasportino con la porta aperta in una stanza tranquilla, il più possibile sgombra di ostacoli con la sua lettiera e la sua cuccetta preferita posizionate a terra. Il motivo è che sarà stordito dall’anestesia e potrebbe inciampare e farsi del male. Nessuno lo dovrà disturbare: altri animali, bambini… e non lo si prenderà in braccio: ci sarà tempo il giorno dopo per coccolarlo! L’anestesia infatti altera temporaneamente il carattere del micio: sarà più nervoso, potrebbe non riconoscervi, quindi è buona cosa garantirgli tutta la tranquillità di cui ha bisogno.

I gatti sterilizzati tendono ingrassare: un gatto che vive in casa e che non ha più la sfera riproduttiva a cui pensare, vivrà per il cibo, soprattutto se non ha arricchimenti ambientali (a questo proposito leggete il nostro articolo “un appartamento a misura di gatto” nella sezione comportamento): ne chiederà innumerevoli volte al giorno e se soddisferete ogni richiesta…va da sé che ingrasserà! Con l’intervento di sterilizzazione inoltre vengono a mancare in circolo gli ormoni sessuali che contribuiscono a dare tonicità ai tessuti: ciò porta ad una certa rilassatezza della cute e del sottocute dell’addome che diventa molliccio, sballonzolante e tende a riempirsi di grasso se si esagera nel dare il cibo al gatto. Detto ciò, va fornito il cibo adatto e nelle dosi corrette: esistono linee appositamente dedicate ai mici sterilizzati in quanto, specialmente i maschi, data la conformazione dell’uretra, possono sviluppare più calcoli, cistiti e blocchi vescicali se alimentati con cibo troppo ricco di residui minerali.