L’ELIMINAZIONE INAPPROPRIATA

Purtroppo questo è forse il problema comportamentale più comune e gravoso riportato dai proprietari di gatti e si intende l’emissione di urina e/o feci al di fuori della cassetta igienica. Tuttavia, una prima importante distinzione da fare è rispetto alla marcatura urinaria verticale: questa non è correlata allo svuotamento fisiologico della vescica ma è effettuata per lasciare un messaggio visivo e olfattivo ad altri gatti o animali di specie diverse in un posto ben preciso, dove il micio ritiene sia necessario (“marcare” = “segnare, mettere una firma”). Nel caso della deposizione di urina vera e propria senza alcun significato di marcatura, l’eliminazione avverrà invece su supporti orizzontali. In entrambi i casi, il risultato finale sarà che il micio eliminerà le urine al di fuori della cassetta, ma le motivazioni per cui il gatto si comporta così sono estremamente diverse ed è necessario cercare di comprenderle per poter attuare una terapia corretta. In ogni caso non si tratta MAI di dispetti!

La marcatura urinaria verticale fisiologica

gatto-che-marcaLa marcatura urinaria verticale fisiologica è caratterizzata dall’emissione di uno spot di urina su un supporto verticale (un muro, un mobile, lo stipite di una porta, la gamba di una sedia…). Il gatto sceglie con l’olfatto il punto dove marcare, ondeggia sulle quattro zampe muovendo alternativamente i piedi e, facendo vibrare la coda in posizione verticale, emette uno spruzzo di urina che poi annuserà. In questo modo il gatto adulto non castrato (maschio o femmina) lancia messaggi ad altri gatti (reali o ipotetici), che prima o poi passeranno in quel punto, opportunamente all’altezza del loro naso, ed avvertiranno l’odore dell’urina spruzzata: la marcatura soddisfa quindi un naturale bisogno di comunicazione! Può avere significato di tipo sessuale se viene effettuata durante il calore, specialmente dalle femmine, e prevede di solito che l’urina venga depositata nei pressi di un’uscita che dà accesso all’esterno per far sapere al mondo di essere disponibili all’accoppiamento. Dopo la sterilizzazione, questo tipo di marcatura non viene più praticata in quanto la sua funzione di avvertimento, non ha più motivo di esistere. La marcatura di tipo territoriale, è effettuata di solito dal gatto maschio intero dopo la pubertà (che avviene verso i 5-8 mesi di età) se percepisce una minaccia reale o presunta al suo territorio, ad esempio se viene introdotto improvvisamente un nuovo gatto in casa o se all’esterno ci sono altri gatti nelle vicinanze. Prevede che l’urina sia depositata su superfici verticali bene in vista in specifici luoghi di passaggio all’interno del territorio e sta a significare: “questo luogo è occupato da me”. Quando questo normale comportamento di marcatura è radicato da tempo in un gatto adulto che si è abituato a marcare il proprio territorio con l’urina, la sterilizzazione non modifica particolarmente il fenomeno: continuerà a farlo anche una volta castrato. Il comportamento di marcatura territoriale, inoltre, può essere appreso anche da gatti sterilizzati per imitazione di un gatto intero convivente oppure in caso di competizione per gli spazi. La cosa migliore è agire in prevenzione, facendo castrare il micio all’approssimarsi della pubertà o portandolo dal veterinario di fiducia il prima possibile nel caso avesse già iniziato a marcare, altrimenti risolvere il problema sarà più difficile. A volte la marcatura urinaria può “degenerare” nei gatti che presentano ansia, depressione, fobie o che vivono sotto stress in condizioni di sovrappopolazione. Anche l’odore di mobili o tappeti nuovi può indurre gatti particolarmente sensibili a marcare. In questi casi la terapia non risponde alla sterilizzazione, o meglio, questa da sola non basta, perché lo stato di disagio è dovuto a cause più complesse che vanno indagate: la situazione può migliorare associando a delle condizioni ambientali e di relazione più adeguate, una buona terapia ferormonale ed eventualmente una farmacologica.

I bisogni fuori cassetta senza attività di marcatura

gatto-che-urinaI bisogni fuori cassetta senza attività di marcatura differiscono in quanto il micio si accuccia in vari luoghi della casa su supporti morbidi ed orizzontali (divani, letti, tappeti, abiti) o su superfici dure e lucide (piastrelle del pavimento, vasche da bagno), solleva leggermente la coda, fa pipì (una bella quantità, non più di uno spruzzo) e poi fa il gesto di cercare di coprire. Innanzitutto si ribadisce che questo comportamento non è un dispetto! Ciò presupporrebbe che il gatto consideri urina e feci allo stesso modo dell’essere umano, ovvero come qualcosa di disgustoso: in realtà, non è così! Alla base vi è invece uno stato di malessere! Di che tipo? Innanzitutto occorre escludere la presenza di problemi fisici sottostanti, per esempio dolorose infiammazioni delle vie urinarie, ma anche patologie epatiche, renali e della tiroide che spesso portano il gatto a bere di più e, di conseguenza, ad urinare più spesso e con urgenza. Infiammazioni del grosso intestino, parassiti, ed altri problemi gastrointestinali possono causare defecazione dolorosa, aumentata frequenza, urgenza e/o ridotto controllo della defecazione. Anche le patologie legate all’invecchiamento che interferiscono con la mobilità del gatto (artrite, disturbi del sistema nervoso, malattie muscolari…) o con le sue funzioni cognitive, possono influenzare la capacità di raggiungere la cassetta igienica in tempo. Vi possono poi essere cause gestionali: scarsa pulizia delle cassette, avversione alla cassetta igienica per la presenza di qualcosa che il gatto considera sgradevole (può essere la cassetta stessa: ad esempio gatti con problemi di mobilità o micini piccoli possono avere difficoltà ad entrare in una cassetta con bordi alti; il posto dove è stata posizionata non è sufficientemente tranquillo ed appartato; il micio non gradisce il tipo di sabbietta; vi è eccessiva “confusione olfattiva” per profumazioni ambientali intense, detergenti con odori forti, lettiere profumate). Altre possibili cause scatenanti possono essere: condizioni di sovrappopolazione e/o conflitti all’interno del gruppo convivente (gatti che non vanno d’accordo tra loro o con gli altri animali di casa o con uno dei proprietari), qualche cosa che ha alterato l’ambiente del gatto (traslochi, minime ristrutturazioni domestiche come la tinteggiatura delle pareti o nuovo mobilio, cambiamenti anche transitori della composizione del gruppo familiare). La terapia da adottare è multimodale: dovrà esser volta al miglioramento dell’ambiente nel quale il gatto vive e delle relazioni che ha con il suo sistema famiglia (umani e altri pets compresi), a cui il veterinario comportamentalista potrà associare una terapia feromonale, integratori o farmaci non convenzionali ed eventualmente, nei casi più gravi, una vera e propria terapia farmacologica. Evitate l’approccio fai-da-te! La somministrazione di eventuali farmaci deve essere sempre prescritta e supervisionata dal veterinario!

 

CENNI DI TERAPIA COMPORTAMENTALE

I consigli che seguono hanno carattere generale: per una terapia più mirata occorre rivolgersi ad un veterinario comportamentalista che valuterà la situazione nello specifico.

gatto-con-pipiNon punite il gatto. Il comportamento di minzione fuori cassetta è aggravato moltissimo dalle punizioni inflitte dal proprietario! Ricordiamo: non è un dispetto! Se noi sgridiamo o, peggio, picchiamo o mettiamo il muso del gatto nei suoi bisogni, aggraveremo tantissimo il suo stato di disagio e quindi il fenomeno delle eliminazioni inappropriate, scatenando un circolo vizioso.

Non restringete il territorio ad esempio chiudendo la porta delle camere che ha sempre frequentato o, peggio ancora chiudendo il gatto in bagno mentre siete assenti da casa. La restrizione improvvisa dello spazio è vissuta con grande stress! I divani o il letto sui quali il gatto ha urinato, vanno invece temporaneamente ricoperti con dei teli di plastica, così da renderli molto poco invitanti fin che il problema non verrà risolto.

Gestione delle cassette e delle eliminazioni: la maggior parte dei gatti preferisce lettiere non profumate a grana medio/fine in uno strato di circa 5 centimetri, anche se a volte è necessario provare diverse tipologie di sabbie fino a trovare quella che al micio/i piace di più! I gattini, gli anziani e i gatti con problemi di mobilità necessitano di cassette dai bordi bassi. I gatti grossi di corporatura e/o in sovrappeso necessitano di cassette più grandi. Posizionate una cassetta per ogni gatto presente nell’ambiente domestico + 1 (per ridurre la competizione e far sì che ogni gatto abbia la sua cassetta personale) in posti tranquilli, separati dalla zona in cui mangiano e facilmente accessibili a qualsiasi ora. Posizionate più cassette in punti diversi della casa (bagno, balcone, ripostiglio…) e mantenetele pulite. Feci e urine vanno rimosse tutti i giorni e la sabbia cambiata completamente una volta alla settimana: alcuni gatti rifiutano di usare una cassetta contenente urina o feci! Se invece il gatto predilige superfici lisce e lucide, potete provare a mettere delle piastrelle nella cassetta coprendole con una piccola quantità di lettiera e con il tempo, aggiungere quantità via via maggiori di sabbietta. In caso di bisognini fuori dalle cassette, pulite non appena possibile con un detergente neutro (tipo acqua e bicarbonato di sodio) che rimuova tutto per bene e non copra semplicemente gli odori. Sono assolutamente da evitare candeggina e ammoniaca perché il loro odore peculiare funge in realtà da attrattivo! Anche detergenti molto profumati disturbano e incrementano lo stato di disagio del micio. Tappetini, cuscini e coperte dove il gatto ha fatto pipì vanno lavati per bene poi sciacquati a lungo, e, nell’immediato, meglio non rimetterli ma farli sparire per po’ di tempo. In caso di dispute territoriali tra gatti che vivono nel medesimo ambiente domestico, un prodotto commerciale utile è Feliway Spray: un feromone sintetico che mima l’odore delle secrezioni ghiandolari delle guance del gatto: molti gatti tenderanno a non marcare con l’urina le zone con questo odore. Se l’eliminazione è indotta dalla presenza di altri gatti all’esterno, si può pensare di utilizzare dei rilevatori di movimento che azionano degli irrigatori come deterrente, impedendo a questi gatti “estranei” di entrare nella proprietà. Inoltre, potete provare a scoraggiare il gatto dal guardare all’esterno, chiudendo per esempio le tende o applicando delle pellicole opacizzanti alle finestre.

Arricchimenti ambientali: realizzate, nei limiti del possibile, una casa a misura di gatto! Ad esempio, ai gatti piace stare in alto: rendete accessibili più luoghi rialzati e riparati (sedie, scaffali, mensole, cassetti, davanzali) liberandoli da suppellettili e lasciate qualcosa di morbido sopra questi ripiani (un vecchio maglione, un tappetino antiscivolo…), di modo che ogni micio di casa possa accedere ad un luogo tranquillo e privo di tensioni per il proprio riposo. Eliminate i deodoranti ambientali, soprattutto quelli attaccati alle prese più vicine al pavimento, che maggiormente interferiscono con la vita olfattiva del gatto. E’ ammessa la lavanda che ha un effetto rilassante (anche per noi umani!). Lasciate un po’ di crocchette a disposizione parzialmente nascoste in più ambienti della casa, in modo da stimolare l’olfatto e l’istinto di caccia e ricerca (inoltre è fondamentale per evitare le competizioni per il cibo nel caso di più gatti conviventi). Ovviamente la razione giornaliera andrà adeguatamente suddivisa in modo che la quantità totale sia sempre la stessa, solo parzializzata. Ancora, le crocchette possono essere inserite in bottigliette di plastica forate, così che il gatto per poter ottenere una crocchetta, debba muovere la bottiglia fino a far uscire il cibo dai fori: questo gioco scarica la tensione emotiva ed evita che il gatto ingurgiti in poco tempo grandi quantità di cibo (non fate le cose troppo difficili però, altrimenti si frustrerà ed otterrete l’effetto opposto!). Soprattutto cercate ogni giorno di dedicare del tempo al micio facendolo giocare con voi, promuovendo così uno stato emotivo rilassato e migliorando la relazione affettiva che vi lega.