Lo svezzamento, cioè la sostituzione dell’alimentazione esclusiva a base di latte tipica delle prime fasi di vita con altri cibi liquidi e solidi, può avere inizio già a partire dalla quarta settimana di vita, se la mamma non c’è più. Per assicurare al gattino una crescita corretta, è consigliabile nutrirlo con prodotti industriali specifici per gattini: pressoché tutti i principali marchi commerciali producono anche la linea kitten dedicata ai più piccoli e alle mamme. Il cibo umido è rappresentato da morbidi patè o piccoli bocconcini teneri, altamente digeribili ed energetici per soddisfare con ridotte quantità gli alti fabbisogni calorici di un organismo in crescita o in allattamento. Sono da abbinare con i croccantini anch’essi di piccole dimensioni per agevolare i micetti nell’assunzione. E’ consigliabile utilizzare alimenti kitten per almeno i primi 6 mesi d’età perché, anche se a quell’età il micio ha l’aspetto di un gatto adulto, in realtà  ha raggiunto solo i tre quarti dello sviluppo fisico e il suo livello di attività continua ad essere molto elevato, trascorrendo molta parte del giorno a giocare e consumare energie!

All’inizio dello svezzamento gli alimenti vanno inumiditi, fino a formare una pappa morbida, con acqua tiepida, latte di capra (quello di mucca non è sufficientemente nutriente!) o il latte per gattini. Ad esempio, si lasceranno ammorbidire le crocchette nella proporzione di un quarto di croccantini e tre quarti di latte, oppure due terzi di pappa umida o di omogeneizzato in un terzo di latte (sempre tiepido, mi raccomando!). Le prime volte dovrete aiutare il piccolo intingendo un dito o una siringa senz’ago nella pappa per poi passarli delicatamente sulle sue labbra. Mano a mano che si renderà autonomo nel mangiare, la quota di latte verrà ridotta sempre più e nel giro di un mesetto sarà completamente svezzato. In merito alla frequenza, se il micino non ha più la mamma che lo allatta, a 3 settimane – 1 mese d’età dovrà mangiare almeno 6 volte nell’arco delle 24 ore, a 2 mesi circa 4 volte e a 3 mesi 3 volte.

Ma qual è la composizione degli alimenti kitten? Devono contenere un’elevata quota proteica (carne e pesce) in quanto hanno necessità di amminoacidi per lo più solforati (arginina cistina, metionina), sostanze che si ritrovano prevalentemente nei tessuti animali. Questa necessità nutrizionale rispecchia la natura prettamente carnivora del gatto. Anche i grassi, per lo più di derivazione animale, sono molto importanti: sono una fonte concentrata di energia e di acidi grassi essenziali (come acido arachidonico, EPA e DHA). Devono essere presenti le vitamine liposolubili (come la A, la D e la E), la taurina e tra i minerali, calcio e fosforo in rapporto corretto fra loro. I carboidrati non sono necessari se nell’alimento viene fornita un’adeguata quota di proteine: il loro apporto deve essere quindi calibrato e non esagerato. Il latte di mucca è sicuramente da evitare perché potrebbe determinare flatulenza e diarrea, a causa delle grandi quantità di lattosio. Dopo i primi 2 mesi il gattino comincia ad effettuare 18 – 20 pasti distribuiti uniformemente tra giorno e notte, per cui lasciate pure il secco sempre a disposizione, mentre fornirete l’umido 2-3 volte al dì, ritirando quello avanzato per evitare che vada a male. I mesi successivi allo svezzamento sono molto importanti perché il gattino sperimenta ciò che potrà influenzare le sue preferenze alimentari successive: è opportuno quindi fargli conoscere quanti più gusti possibile. Comunque i gatti sono famosi per fissarsi su un particolare sapore tanto da voler mangiare solo quello per un tempo indefinito, per poi cambiare improvvisamente gusti: non stupitevi!

E mamma gatta? È importante che durante la gestazione, che dura poco più di 2 mesi, la gatta segua una dieta equilibrata utilizzando mangimi completi, di buona qualità ed alta digeribilità, soprattutto nelle ultime 3-4 settimane di gravidanza. Si può dare anche a lei cibo del tipo kitten, somministrandolo ad libitum, cioè a volontà. Negli ultimi 10 giorni di gravidanza, soprattutto se il numero di gattini è elevato, la madre presenterà notevoli difficoltà ad assumere tutto l’alimento necessario a causa della compressione dei feti sugli organi della cavità addominale, ma è meglio comunque controllare che non ingrassi troppo per evitare problemi al momento del parto, né somministrarle vaccini e farmaci che possano essere nocivi per i feti (vermifughi, antiparassitari…). È molto importante nella dieta di mamma gatta la presenza di adeguate quantità di vitamina A, lipidi, acido arachidonico (la cui carenza può causare anomalie congenite nei feti), EPA, DHA, arginina, taurina (il cui deficit è responsabile di anomalie neurologiche nei gattini), calcio e fosforo nelle giuste proporzioni. Non deve mai mancare l’acqua fresca da lasciare sempre a disposizione dell’animale.

Durante la lattazione che dura generalmente 60 giorni o più, il fabbisogno energetico può essere il doppio o il triplo rispetto a quello di mantenimento, soprattutto entro il primo mese, e la qualità dell’alimento è fondamentale: il latte della mamma deve infatti far fronte alle esigenze nutrizionali di crescita dei piccoli! Anche in questo caso il cibo specifico per i gattini sarà adatto a soddisfare le intense esigenze nutrizionali della madre. Inoltre è fondamentale la disponibilità di molti liquidi: acqua fresca, latte o brodo di carne per evitare fenomeni di disidratazione che avrebbero un’influenza molto negativa sulla produzione quantitativa e qualitativa di latte. Per quanto riguarda il metodo di somministrazione, anche in questa fase è preferibile alimentare la gatta a volontà: questo sistema permette alla madre di regolarsi da sola per mantenere il giusto peso corporeo, in alternativa va alimentata almeno 3-4 volte al giorno.