Allevare un gattino orfano è un’impresa non sempliceE che richiede tempo, pazienza e un impegno altissimo.
Un cucciolo con meno di 30 giorni non è assolutamente autosufficiente pertanto dovrete provvedere voi in tutto e per tutto alle sue necessità!

gatto abbandonatoMa la mamma davvero non c’è più? Se vi imbattete in una nidiata di gattini, prima di tutto accertatevi che la madre in realtà non si sia allontanata solo temporaneamente. Toccandoli rischiereste di apporre il vostro odore sui piccoli: al suo ritorno la madre, non riconoscendoli più, li abbandonerebbe condannandoli a morte certa! Quindi, aspettate qualche ora perché mamma gatta potrebbe tornare! Se proprio non si trova più, prelevateli delicatamente dopo esservi lavati le mani, teneteli ben caldi e, se possibile, portateli subito da un Veterinario che gli rileverà temperatura, grado di idratazione e procederà con le prime cure.

Come stimare l’età? Se il cordone ombelicale è ancora presente il piccolo avrà al più 2-3 giorni (in tal caso le probabilità di sopravvivenza saranno purtroppo molto esigue); se ha ancora gli occhi chiusi avrà 7-8 giorni d’età; se qualche dentino è già spuntato avrà più di 15 giorni, ma se non mangia ancora da solo, avrà meno di 30 giorni di vita.

L’esame fisico. L’ombelico deve essere osservato attentamente, e di norma è reciso dalla madre. Può capitare però che sia troncato troppo corto, lasciando un’apertura nell’addome che porta allo sviluppo di un’ernia addominale, con rischio di infezioni o setticemia. Se il cordone ombelicale è lasciato troppo lungo, potrebbe arrotolarsi attorno a una zampina arrestando la circolazione nell’arto. Sono situazioni che richiedono un immediato intervento medico veterinario! L’esame generale deve includere anche l’osservazione della cavità orale, facendo ben attenzione alle mucose e al palato duro: le mucose si devono presentare rosa chiaro e umide e sul palato non devono essere presenti aperture. La pervietà del palato duro dei gattini è un difetto grave, causato da carenze di vitamine o minerali durante la gestazione della madre: questo comporta purtroppo grosse difficoltà ad assumere il latte e altissimi rischi di polmonite ab ingestis. Pertanto si dovrà ricorrere, sotto controllo veterinario, all’alimentazione tramite sondino gastrico fino al momento della correzione chirurgica o della chiusura spontanea. I gattini in salute sono vivaci, hanno un buon tono muscolare, un pancino tondo e morbido, mostrano un atteggiamento tranquillo e placido dopo i pasti e fanno profonde dormite. Invece i piccoli che si trovano in una situazione di disagio (fame, freddo…) piangono in continuazione, perdono di peso e hanno il pancino duro e dolente (segno di aerofagia): in tali situazioni rivolgetevi subito al Veterinario!

La prima poppata. I gattini ottengono la prima immunità per resistere alle infezioni attraverso il colostro (il primo liquido secreto dalle mammelle della madre, molto ricco di sostanze nutritive e di immunoglobuline, quelle che “passano” al piccolo la capacità di resistere alle infezioni). È di vitale importanza che i neonati ricevano il colostro entro le prime 24-76 ore dalla nascita e poi il latte di una gatta, se mamma non c’è più! Attivatevi subito nel caso conosceste qualcuno che ha una gatta in lattazione che potrebbe far da balia ai neonati, ma consultatevi prima con il Veterinario sull’effettiva necessità di ricorrere ad essa perché i gattini sono a forte rischio di infezioni, quindi in teoria non dovrebbero essere esposti ad animali più grandi o associati ad altre cucciolate, se non strettamente necessario.

Le fasi della crescita. I gattini nascono ciechi e sordi. Durante la prima settimana di vita il loro peso, che alla nascita si aggira sui 100 grammi, deve raddoppiare ed arrivare quindi oltre i 2 etti. Verso gli 8-11 giorni di vita il piccolo inizia ad aprire le palpebre e poi a vedere qualcosa: la vista si perfezionerà con il passare dei giorni. Solo dopo i 15 giorni di età il micino può cominciare ad udire dei rumori. A 3 settimane di vita, inizia a muovere i primi passi, comincia a lavarsi da solo e si rende indipendente nella minzione e nella defecazione; il suo peso deve arrivare oltre i 3 etti. Dai 15 giorni ai 2-3 mesi di età, il gattino deve poter interagire regolarmente in maniera corretta e positiva con altri gatti per favorirne la socializzazione intraspecifica, e poi con persone ed eventualmente altri pets di casa per stimolare la socializzazione interspecifica (in questi casi anche per più tempo). Per un gatto crescere (almeno per i primi 2 anni) in un ambiente ricco di stimoli positivi, essere soggetto a manipolazioni brevi, ma molto dolci, da parte delle persone ed interagire con animali di altre specie, lo renderà un micio curioso e socievole.

 

orfani riscaldatiConsigli operativi. Ogni volta che dovete manipolare un gattino, assicuratevi di avere le mani ben pulite! Tenetelo sempre al caldo, pulito e riparato: senza la madre i gattini possono diventare rapidamente ipotermici e disidratati fino a morire, in particolare durante le prime quattro settimane di vita. Procuratevi pertanto una scatola stretta e alta e ponetevi sul fondo una traversina assorbente e una borsa dell’acqua calda avvolta in un pile oppure, meglio ancora, appendete una lampada a infrarossi  che posizionerete regolandone l’altezza a seconda della temperatura dentro la scatola; a questo scopo mettete quindi anche un termometro sul fondo della stessa e regolatevi così:

  • se il piccolo ha meno di 5 giorni, nella scatola/cuccia devono esserci circa 32-34 °C
  • 28-29°C se ha 5-10 giorni
  • 25-27°C se ha sugli 11-20 giorni
  • 24 °C dalla quarta settimana di vita.

Il gattino si avvicinerà o si allontanerà dalla fonte di calore a seconda se avrà più o meno freddo. Attenzione anche a garantire l’adeguata umidità della fragile cute, massaggiando il piccolo con crema per neonati (tipo pasta Fissan).

Come accennato prima, è bene che i gattini interagiscano tra loro il più possibile, tuttavia possono manifestare l’istinto di suzione nei confronti dei fratellini in mancanza della mamma: per questo motivo può capitare che succhino altri componenti della nidiata, provocandosi reciproci gravi traumi cutanei. Se capita ciò, sarà necessario separare i gattini mettendone uno per scatola. Tuttavia, è dimostrato che l’isolamento e la mancanza di stimoli può portare a sviluppare comportamenti asociali, sospettosi ed aggressivi nell’adulto. La scelta di separare i neonati deve pertanto essere accuratamente ponderata; in questi casi, la manipolazione breve ma regolare che farete voi, aiuterà a fornire in parte la necessaria stimolazione sociale.

 

L’allattamento artificiale.gatto allatato

Se neonato, alimentate il piccolo ogni 2-3 ore (giorno e notte) con un biberon per gattini (si acquista in farmacia) per arrivare, durante la terza settimana di vita, alle 5-6 volte nelle 24 ore. Alla quarta settimana i cuccioli dovrebbero essere pronti ad ingerire dei cibi solidi, ma è meglio continuare anche ad allattarli fino alla sesta settimana di vita. Un gattino deve assumere nelle 24 ore una quantità di latte pari al 20-30% del suo peso, quindi, un neonato che pesi sui 100 grammi; dovrà assumere almeno 20 ml di latte distribuito in 24 ore, quindi circa 2 o 3 ml di latte a poppata, perché il suo piccolo stomaco non può contenerne di più! I primi giorni saranno critici perché i gattini dovranno capire come funziona la tettarella del biberon. Può essere utile allora utilizzare un contagocce o una siringa da insulina (senz’ago ovviamente!), facendo ben attenzione a non far andare il latte di traverso per non rischiare di provocare una polmonite ab ingestis. Per allattarlo, tenete il gattino prono, cioè con la pancia appoggiata alla vostra mano, nella stessa posizione che assumerebbe se succhiasse il latte dalla madre, con la testina ben estesa sul collo. Quindi, non allattate mai i cuccioli a pancia in su! Le tettarelle in genere all’acquisto non hanno fori: praticatene uno piccolo con un ago sterile tale da permettere la fuoriuscita di alcune gocce di latte. Portate il biberon verso la bocca del micio con la tettarella già sporca di latte, per far sì che senta il sapore: a questo punto, dovrebbe cominciare a succhiare da solo. Non schiacciate il biberon, lasciate che sia il gattino a succhiare il latte, evitando che gli vada di traverso. Il latte deve essere appena tiepido (provatelo sul polso come si fa per i bambini). Dopo ogni pasto, bollite il biberon.

Quale latte dare al micetto? Il latte di mucca non è idoneo per i gattini, al limite si può dare quello di capra, sennò meglio ricorrere al latte artificiale per cuccioli (si acquista in farmacia o nei negozi specializzati per animali): va preparato seguendo le istruzioni e somministrato in contenitori puliti o sterilizzati. Dopo ogni pasto il cucciolo deve rigurgitare l’aria che ha ingerito: per fargli fare il “ruttino”, poggiatelo verticalmente alla vostra spalla.

 

gatto stimoloStimolare l’evacuazione: dopo ogni pasto, massaggiate i fianchi, l’orifizio urinario e l’ano del micetto con un batuffolo di cotone bagnato con acqua tiepida per simulare lo stimolo che gli avrebbe praticato la madre leccandolo, portandolo così a urinare e defecare. A 3 settimane, in genere, in cuccioli non hanno più bisogno di essere aiutati in queste funzioni.

Il sonno. Tra un pasto e l’altro i cuccioli, se sazi, dormono beati. I gattini che non si sono nutriti abbastanza invece miagolano lamentandosi e succhiando ciò che hanno a portata di bocca. Il ritmo sonno-veglia è influenzato molto dalla luce, pertanto dopo ogni poppata e i bisogni, rimetteteli nella  scatola con un panno sopra per evitare di disturbare il loro importante sonno. Si sveglieranno quando avranno fame.

Pulizia e profilassi anti-parassitaria. Se fosse necessario lavare il gattino, perché per esempio ha la diarrea, pulitelo con acqua tiepida e bicarbonato: mitigherà l’acidità delle feci. Asciugatelo delicatamente ma con molta cura con un asciugamano. Se l’ano è arrossato, utilizzate le creme lenitive per neonati, tipo la pasta di Fissan. Fate attenzione che non abbia pulci o zecche e ricordate che i piccoli vanno sverminati: fatevi quindi prescrivere da un Veterinario gli appositi anti-elmintici e fate molta attenzione alla posologia per gattini!

 

 

 

gatto svezzamentoLo svezzamento. Avverrà in modo graduale attorno ai 30 giorni o anche dopo in quanto uno svezzamento più prolungato nel tempo facilita la maturazione del sistema immunitario e la crescita dei gattini, riducendo la percentuale di mortalità. Tenete presente che mamma gatta in genere continua ad allattare i piccoli almeno fino ai 2 mesi di età. Potrete cominciare ad introdurre delle pappe preparando un po’ di omogeneizzato o cibo della linea kitten, diluito in acqua o latte, che verrà dato dapprima con l’aiuto di una siringa senz’ago e poi in un piattino. In pochi giorni e con un po’ di fatica, il micetto comincerà poi a mangiare da solo le prime morbide scatolette kitten e successivamente i minuscoli croccantini per gattini. Nella nostra sezione dedicata all’Alimentazione, troverete maggiori approfondimenti su questo tema.